Intervista a gli AtWood, una band originale da non perdere di vista!
AtWood è una band milanese che sposa un sound alternative-rock contaminato da influenze post-hardcore ed elementi elettronici. Emerge un nuovo approccio compositivo nel brano “Dance in the sun“, il primo singolo che anticipa l’uscita del loro nuovo EP, prevista per l’inizio del 2021. Un disco che rappresenta un viaggio verso la libertà e l’indipendenza da alcuni tipi di legami, una fuga dalle pressioni che si innescano nelle relazioni soffocanti. La volontà di rialzarsi e ripartire da zero è il messaggio di incoraggiamento trasmesso nel nel nuovo EP della band, che si racconta in questa intervista.
Che rapporto avete con Milano dal punto di vista artistico e ispirativo?
Milano è casa per entrambi – è una città che ci ha dato tantissimo, è la città dove è cominciato tutto, ed è la città dove abbiamo avuto le nostre maggiori soddisfazioni.
Nasce tutto con Black Mirror, il vostro primo singolo in assoluto all’interno dell’album “at odds”. Com’è nato il progetto degli AtWood?
Un po’ per caso, ci siamo beccati su un gruppo di musicisti su Facebook. Dopo un paio di prove abbiamo capito che c’era feeling, e da lì abbiamo iniziato a scrivere musica nostra. Siamo incredibilmente fieri di “at odds” – tuttora lo ascoltiamo e suoniamo volentieri. Non invecchia mai!
Come approcciate alla composizione dei brani e alla fusione dei vari generi che utilizzate?
Abbiamo un approccio molto razionale e controllato, nel senso che nulla viene lasciato al caso: lavoriamo ogni sezione e strumento con cura maniacale, e spesso l’idea originale viene stravolta completamente. La fusione dei generi avviene perché noi in primis non ci poniamo il problema, se un elemento ci piace ed è funzionale al pezzo, lo inseriamo.
La versatilità è un aspetto importante nel vostro percorso musicale?
Tantissimo! La musica è ricca di opportunità, perché fermarsi a un approccio/genere solo!
Esiste un filo conduttore tra i vari progetti?
Sì, l’evoluzione. Non ci vogliamo porre paletti o limitazioni, quindi tutto ciò che scriviamo è un’evoluzione di ciò che abbiamo fatto in precedenza. Il nostro sound è sempre riconoscibile, e questo ci basta!
La scelta dell’inglese nelle vostre produzioni vi ha già portato oltre confine. Parliamo di questo aspetto
Siamo cresciuti entrambi ascoltando musica in inglese, quindi ci è venuto naturale utilizzarlo al posto dell’italiano, tanto affascinante quanto rischioso perché nettamente più “intimo”. L’inglese permette di esprimere tanto e di renderlo accessibile a tutti.
Il 2019 è stato un anno molto positivo per la band, parliamo dei traguardi raggiunti…
Il 2019 ci ha fatto dei grandi regali! Ad aprile, appena quattro mesi dopo avere terminato la scrittura di “at odds”, abbiamo partecipato alle finali di 1MNext a Roma, e poi abbiamo suonato in apertura a Lost ed Eyes set to kill. Abbiamo collezionato circa 40 date nel 2019, ma queste sono quelle che ci hanno insegnato di più.
Quale messaggio è racchiuso in “Out of the Blue” il vostro ultimo pezzo?
Out of the blue vuole essere il racconto dell’attesa di qualcosa di bello – l’associazione “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” non è sempre così facile, e anzi, spesso l’attesa si trasforma in una bolla in cui ci chiudiamo, incuranti del tempo che passa.
“Ghost” e “Out of the blue” anticipano l’album in lavorazione che uscirà nel 2021. Cosa possiamo aspettarci dall’album?
Sicuramente sonorità nuove rispetto a “at odds”, e un’attenzione ancora più maniacale ai dettagli. Questo ep ci rispecchierà appieno – vogliamo che sia ricco di sfumature e personalità.
AtWood è una band in grado di esprimere un blend unico e una capacità naturale di muoversi con padronanza e disinvoltura, su un palco di un festival metal come sul palco di X-Factor. Una band originale da non perdere di vista!